di Valeria Logrillo
Articolo pubblicato su LinkedIn, 1 maggio 2019
Il 12 luglio dello scorso anno il Ministro della Giustizia affermava che non si tratta di una questione di “sicurezza” ma di “giustizia” e che “il cittadino deve almeno sentire di non essere abbandonato nel momento in cui deve dimostrare la propria innocenza nell’aula giudiziaria”. Leggendo quelle parole decisi di scrivere quello che la lettura di molti articoli fino a quel momento aveva suscitato in me. Queste parole sono rimaste nel mio pc per molto tempo e forse non sono più così attuali ma, anche alla luce delle ultime notizie, sento di condividerle:
Siamo sicuri che il cittadino in assenza di un intervento normativo sia abbandonato? Siamo certi che ad oggi non esista giustizia?
Da tempo le notizie di stampa riportano sotto i riflettori il delicatissimo tema della legittima difesa in alcuni casi giustamente tirata in causa, in altri invocata senza una precisa ragione; di seguito alcuni esempi di notizie, molto diverse tra loro, che riguardano l’uccisione o il ferimento di un ‘ladro’: la notizia dell’archiviazione per Francesco Sicignano e quella del patteggiamento a due anni e otto mesi per il tentato omicidio commesso da Giuseppe Chiarini.
Il pubblico si scatena e puntualmente vengono scritte con convinzione numerose inesattezze.
Personalmente provo sempre un certo dispiacere quando il nostro diritto viene insultato e denigrato, perché noi invece – almeno sotto questo aspetto – dovremmo andare fieri e pensare che dei principi del nostro ordinamento, compreso quello che regola la legittima difesa, dovremmo essere orgogliosi.
Forse per realizzare una simile pretesa sarebbe necessario conoscere più a fondo il nostro sistema e smetterla di confondere le norme con le lungaggini processuali o con i titoli dei notiziari e fare di tutta l’erba un fascio.
Forse questo è uno dei pochi ambiti in cui sarebbe giusto sviluppare un po’ di sano patriottismo.
Ma veniamo ai casi concreti.
In un caso: il sig. Francesco Sicignano nell’ottobre del 2015 spara ed uccide un uomo che era entrato nella sua abitazione. Si aprirono le indagini e l’uomo viene iscritto nel registro delle notizie di reato.
Iniziamo chiarendo, ai non addetti ai lavori, che questa notizia non può creare sgomento. In presenza di un fatto che ha gli estremi del reato è dovere iscrivere la notizia, aprire un procedimento e svolgere delle indagini. Questo rende, il nostro, uno Stato di diritto.